Lezione di Nucara al Collegio Universitario "Lamaro Pozzani"/Una storia che inizia ancor prima della nascita del Pri, con la fondazione della Giovine Europa

I repubblicani e l’eredità di Giuseppe Mazzini

Lunedì sera il segretario del Pri Francesco Nucara ha tenuto una lezione sulla storia del repubblicanesimo ai giovani del Collegio Universitario di Roma "Lamaro Pozzani", della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro.

Introdotto dal direttore del Collegio Stefano Semplici, che ha ricordato come anche l’amico Gigi Tivelli avesse frequentato il "Lamaro Pozzani", Nucara ha iniziato a parlare del repubblicanesimo ricordando come i repubblicani esistessero prima della nascita di Giuseppe Mazzini. In proposito ha citato l’episodio di un gruppo di repubblicani trucidati nella piazza di Badolato, Catanzaro, mentre erano intenti a piantare l’albero della libertà.

Il segretario del Pri ha proseguito con la storia di Mazzini, del repubblicanesimo e dell’Edera: un simbolo che nasce ancora prima del Pri, nel 1834 a Berna, con la fondazione della Giovine Europa. Ha ricordato poi l’"anima" dell’uomo Mazzini e il suo apostolato in Inghilterra, quando insegnava ai figli degli operai italiani emigrati. La prima Internazionale Socialista viene abbandonata da Mazzini: un passo dettato dalla cultura antimarxista del genovese, il quale fu però anche contrario a quello che oggi chiameremmo "liberismo selvaggio". Motivo per cui Mazzini ebbe dei momenti di contrasto anche con il liberista Bentham.

Il Pri come partito organizzato nasce nel 1895, quindi dopo la morte di Mazzini, esule in Italia a Casa Rosselli, morto nella sua Italia con il nome di mister Brown.

Tuttavia Mazzini aveva seminato il terreno repubblicano. Come? Attraverso una miriade di pubblicazioni, opuscoli, lettere, che resteranno patrimonio della cultura repubblicana dal punto di vista della diffusione dell’idea mazziniana. A questa opera di divulgazione teorica, assai vasta, si aggiungono le cooperative, le società di mutuo soccorso, le società operaie.

Col complesso di queste attività si forma il prologo del repubblicanesimo organizzato, che si conclude con il Patto di Fratellanza, 1871.

Sono due i "no" di Mazzini: al comunismo e al liberismo senza regole. E per Nucara è Ugo La Malfa il vero moderno interprete mazziniano anche se – ha ricordato il segretario del Pri – lo stesso, in un’intervista a "La Voce Repubblicana", si vantava di avere spento – in Romagna – "i lumini" a Mazzini.

Durante l’intervento di Nucara si è parlato anche dell’attualità politica. Rispondendo alle domande di alcuni ragazzi, ha ricordato che essere di sinistra non implica necessariamente l’essere stati comunisti. E anche se oggi il Pri si colloca in una coalizione di centrodestra, questo per un repubblicano non significa nulla: perché di sinistra sono le idee, non la posizione dello scranno parlamentare. E’ stata colta l’occasione per ribadire l’importanza della scuola e della ricerca, fondamentale, ad avviso di Nucara, per la crescita e lo sviluppo del Paese. Con molti squilibri: poiché la ricerca nella scuola del Nord viene alimentata anche con risorse finanziarie messe a disposizione dalla grande industria; nel Sud, dove non ci sono imprese, né grandi né medie, ci dovrebbe pensare lo Stato. Diversamente il cosiddetto gap tecnologico Nord-Sud è destinato ad ampliarsi invece di attenuarsi.

v. r.